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Parte 3) Robert The Bruce, Il Nobile Guerriero che liberò la Scozia

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brave-heart77
view post Posted on 3/7/2009, 12:51
















Bruce viene ricordato come Robert I Bruce (11 luglio 1274 - 7 giugno 1329), re di Scozia dal 1306 al 1329. E' stato uno dei più grandi eroi scozzesi alla pari di William Wallace.

A differenza di sir William Wallace che fu un eroe del popolo, un guerriero impetuoso, Robert The Bruce invece era un nobile che costruì il suo successo con l'astuzia e la pazienza nella sfera politica. Ha saputo aspettare il suo tempo, ha costruito con gli anni il "momento favorevole" per agire.


Bruce era il primo figlio di "Robert de Brus", sesto signore di Annandale e di Marjorie, quest'ultimo sposato con la contessa di Carrick . Sua madre era da tutti considerata una donna formidabile, leggenda vuole che, il padre di Robert la tenesse prigioniera fino a che non acconsentì a sposarlo. Da sua madre ereditò la Contea gaelica di Carrick ed attraverso suo padre una casata reale che gli consentì di reclamare il trono scozzese. Anche se la sua data di nascita è sicuramente conosciuta, il suo luogo di nascita è meno determinato: era probabilmente castello di Turnberry in Ayrshire, anche se Lochmaben nel Dumfriesshire e Writtle in Inghilterra sono altre possibilità.

Possiamo presumere che Bruce è stato cresciuto per parlare tutte le lingue della sua casata e della nazione e quasi certamente parlava correttamente in gaelico, in franco-normanno, e in latino. Anche se non c'è una prova diretta, è perfettamente plausibile che inoltre abbia conosciuto l'inglese.














Inizialmente la storia di Robert The Bruce ci mostra un personaggio contrastante e ambiguo. Nei primi anni, lui e suo padre furono grandi sostenitori del feroce tiranno inglese Edoardo I d'Inghilterra conosciuto come "Martello degli Scozzesi", questo soprannome fu assegnato al monarca inglese per via della sua politica aggressiva contro la Scozia e le repressioni sanguinose contro i dissidenti.
Edoardo I aveva sottomesso con la forza tutti i Lord scozzesi, obbligandoli a rendergli omaggio personalmente uno per uno. Trasformò la Scozia in uno stato vassallo controllato dall'amministrazione inglese. Ma Robert riuscì a "redimersi" diversi anni più tardi diventando acerrimo nemico degli Inglesi e sconfiggendoli sul campo.

Troviamo in certe occasioni Robert schierato a favore degli Scozzesi rivoltosi, ma in altre era pronto a giurare fedeltà al re d'Inghilterra. Possiamo giustificare questo suo atteggiamento mutevole e ambiguo se pensiamo a quanto accesa fosse la lotta di potere in quegli anni che ruotava attorno al trono di Scozia. Contemporaneamente i suoi desideri di diventare Re di Scozia erano sempre vincolati al volere del Re inglese. La famiglia Bruce era legata al re inglese da un legame di fedeltà rinnovato più volte con vari trattati (il padre, ma ancora prima il nonno di Robert, erano legati a doppio filo con la corona inglese stipulando accordi molto vantaggiosi per i possedimenti terrieri). Anche le rivalità tra i vari clan di Scozia molte volte sottomessi e disuniti di fronte al dominio inglese costituivano un altro terreno pericoloso. Per questi motivi si può dire che Robert The Bruce si muoveva come su un "campo minato" dal punto di vista politico, ma ha saputo cogliere le varie possibilità, con pazienza e astuzia, riuscendo a districarsi in questa situazione incerta fino a diventare il leader della rivolta scozzese.


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Ai suoi tempi la situazione era incerta e traballante, i rapporti tra Scozia e Inghilterra cominciavano ad essere sempre più tesi e conflittuali, l'orgoglio scozzese dei vari clan generava sempre più insofferenza verso il dominio inglese. E Robert fu uno dei protagonisti di questo palcoscenico politico.

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Alla morte della regina Margherita di Scozia (1290), nacque una fortissima competizione per il diritto alla successione conosciuta come "Grande Causa". I principali candidati erano due: da una parte John Baliol, dall'altra Robert The Bruce, entrambi erano potenti nobili ed avevano dei legami familiari con la precedente dinastia regnante anche se i legami che vantava Robert apparivano più diretti e consistenti del suo rivale. I Lord scozzesi, incerti sul da farsi e temendo la guerra civile tra le due fazioni, decisero di convocare il Re d'Inghilterra Edoardo in modo tale che quest'ultimo facesse da "arbitro".


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Edoardo I rispose alla convocazione dei Lord scozzesi nel 1292. Prima impose a tutti i capi clan di essere riconosciuto come Lord Paramount (Signore Supremo di tutte le terre scozzesi), poi si presentò alle porte della città di Norham con un'armata inquietante. Il messaggio era evidente: il re inglese non era giunto per "arbitrare" ma per imporre personalmente il nuovo re di Scozia.

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Tra i due più autorevoli pretendenti al trono, il re inglese scelse John Balliol poichè appariva più debole e compiacente quindi più "controllabile". Il 17 novembre 1292 John Balliol venne incoronato Re di Scozia a Scone ma di fatto era solo un vassallo alle dipendenze della corona inglese. Robert si oppose senza sosta a Balliol, impedendo che il suo ramo familiare potesse espandersi e rafforzare il proprio potere.

Edoardo I d'Inghilterra, tiranno che ha sempre usato una politica di oppressione contro gli Scozzesi, umiliava continuamente il nuovo re di Scozia. Fino a quando lo convocò nel suo palazzo a Westmister nel novembre del 1293 ordinandogli di fornire aiuti economici e militari entro pochi mesi, per supportare l'invasione della Francia che Edoardo stava pianificando da tempo. Queste richieste, questo atteggiamento arrogante del re inglese era troppo da sopportare, anche per un sovrano debole come Balliol che si rifiutò categoricamente.

Oltre al rifiuto di subire l'ennesima umiliazione, John Baliol ritornò in patria questa volta deciso di opporsi una volta per tutte al tiranno inglese. Alcuni suoi emissari furono inviati segretamente in Francia allo scopo di avvertire i francesi sulle intenzioni militari dell'Inghilterra. Scozia e Francia, stipularono un patto noto come "Alleanza di Auld" che prevedeva il reciproco aiuto militare contro l'Inghilterra. Tale trattato durò diversi secoli fino al 1560 e fu sottoscritto più volte nel tempo.



Edoardo I venuto a sapere di queste trame oscure non tardò a reagire con veemenza. Accusando John Balliol di alto tradimento, gli Inglesi si mossero nella primavera del 1296 verso nord portando avanti una massiccia campagna militare. Con questa invasione si scatenava l'inizio della Prima Guerra di Indipendenza scozzese. Edoardo confiscò le terre di John Baliol consegnandole al padre di Robert The Bruce e a quest'ultimò assegnò l'incarico di Governatore del Castello di Carlisle.
John Balliol chiamò a raccolta diversi clan scozzesi per contrastare gli inglesi, ma molti Lord rifiutarono per paura e per non compromettere il proprio potere territoriale. Tra questi rifiuti ovviamente c'era anche Robert The Bruce. I motivi erano evidenti: Robert oltre ad essere acerrimo rivale di Baliol per il trono di Scozia, nutriva il grande desiderio che Baliol cadesse così da insediarsi lui stesso sul trono di Scozia. Inoltre esisteva un legame di lealtà con Edoardo che concedette al padre di Bruce molte terre e castelli dell'Annandale oltre a concedergli molto potere nominandolo Governatore di Carlisle.


L'esercito scozzese in nome del proprio re Balliol affrontò il più organizzato esercito inglese ma fu sconfitto a Dunbar . Gli inglesi conquistarono il castello di Dunbar il 27 aprile 1296. John Baliol, re sconfitto ed ora impotente, fu costretto ad abdicare con un atto firmato nel castello di Brechin il 10 luglio 1296.


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Qui l'emblema di Scozia fu formalmente strappato dalla sopraveste di Baliol, prendendo il nome di "Toom Tabard" (veste vuota). Fu un gesto molto aggressivo: Edoardo da quel momento rinnegava qualsiasi Re di Scozia, provando solo disprezzo per la nobiltà scozzese che lui considerava così sleale e assunse lui stesso il titolo di Governatore di Scozia.

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Contemporaneamente un guerriero scozzese di nome William Wallace sostenuto da un importante nobile Andrew De Moray stava portando avanti con ottimi successi la sommossa popolare contro gli inglesi. Utilizzando rappresaglie feroci, Wallace diveniva un personaggio sempre più famoso e temuto, simbolo della battaglia per la libertà della Scozia

L'11 settembre 1297 William Wallace travolse l'esercito inglese nella famosa battaglia di Stirling Brigde ottenendo una clamorosa vittoria e creando un fervore nazionalista senza precedenti. Ma in quel momento Robert The Bruce veniva visto ancora come un traditore della Scozia, avendo firmato un patto con re Edoardo qualche mese prima. I ribelli scozzesi per vendetta bruciarono le terre di Annandale (proprietà della famiglia Bruce) e venne anche bruciato il castello Inglese di Ayr.


Un anno più tardi, Edoardo sconfisse duramente William Wallace il 22 luglio 1298 nella battaglia di Falkirk. La rivolta per qualche tempo fu sedata, il mito di William Wallace subì un brusco ridimensionamento e i clan che erano in tumulto furono di nuovo disposti a trattare una tregua con l'Inghilterra.
Quando il vittorioso re Edoardo ritornò in Inghilterra, Annandale e Carrick (le sconfinate proprietà dei Bruce) furono escluse dalle terre che assegnò ai suoi seguaci; questo vuol dire che Bruce venne considerato come se fosse ancora fedele a re Edoardo.

Durante l'insurrezione condotta da Wallace a partire dal 1297 fino alla sua caduta, Robert The Bruce si univa spesso alle rivolte scozzesi razziando i territori inglesi ma era anche pronto a trattare la resa e a sottomettersi ad Edoardo I al momento opportuno. Rimaneva sempre in una posizione equivoca ma vantaggiosa per lui che gli permise di mantenere il suo potere e di essere considerato un potenziale alleato da entrambi gli schieramenti.
L'eroe "decaduto" Wallace in aperto contrasto con i clan che tentavano la mediazione diplomatica anzichè combattere con le armi, rinunciò al titolo di "Guardiano di Scozia" (altissima onoreficienza con poteri politici e militari). Il titolo fu assegnato a due successori opposti tra loro che non tardarono a scontrarsi duramente: John Comyn e lo stesso Robert The Bruce.


Spuntava così un nuovo rivale per Robert the Bruce. Comyn era infatti un importante nobile dalla discendenza celtica, nipote di John Balliol e quindi rivendicava il diritto al trono di Scozia. Comyn mal sopportava il dominio inglese e come lo zio predecessore Balliol, era pronto a dare battaglia contro Edoardo.
Dall'altra parte Robert rimaneva un oppositore di tutto il ramo familiare dei Balliol, quindi non tollerava le ambizioni al trono di Comyn, inoltre cercava di conservare un rapporto di collaborazione con il re inglese.
William Wallace veniva catturato e ucciso nel 1305. Re Edoardo aveva condotto diverse campagne militari vittoriose, la potenza dell'esercito inglese era troppo forte per i clan scozzesi. Tuttavia queste campagne, anche se schiacciarono facilmente gli eserciti ribelli non riuscirono ad assogettare completamente la Scozia.

Le strategie di guerriglia adottate da Wallace rimasero impresse nei combattenti scozzesi che le adottarono sistematicamente: raid contro rifornimenti e truppe inglesi, partendo dalle montagne e vivendo tra i boschi come banditi inafferrabili.
Mantenere l'esercito in un territorio così vasto era problematico, dare la caccia ai rivoltosi che si nascondevano tra i monti era impossibile, spesso i soldati inglesi erano preda della fame e della paura, erano frequenti i casi di diserzione.
Re Edoardo aveva bisogno di appoggi e collaborazione da parte dei Lord. Vedeva nel "Guardiano di Scozia" John Comyn un nemico ma al tempo stesso non si fidava del suo antagonista Robert The Bruce temendo che potesse tramare alle sue spalle. Affidò a quest'ultimo il suo castello di Kildrummy, donò a Robert un patrimonio enorme sotto forma di possedimenti terrieri per ottenere il suo appoggio senza però dargli ulteriori poteri di amministrazione.


Bruce, come tutta la sua famiglia, credeva fortemente ai diritti che avevano sul trono scozzese. Tuttavia le sue azioni di sostegno, alternativamente, agli eserciti inglesi e scozzesi avevano creato moltissima diffidenza verso Bruce fra "la Comunità del regno della Scozia". La sua ambizione fu maggiormente contrastata da John Comyn. Comyn fu molto più risoluto nella sua opposizione agli inglesi, ed era il nobile più potente in Scozia e si era unito con molti altri nobili potenti sia in Scozia che Inghilterra. Inoltre anche lui reclamò il trono scozzese sia per la sua discesa dall'antica monarchia celtica, sia perché era il nipote di John Balliol. Per neutralizzare questa minaccia, Bruce lo invitò ad una riunione durante la tregua a Dumfries il 10 febbraio 1306. Comyn venne attaccato da Bruce dall'altare maggiore della chiesa del monastero di Greyfriars e poi fuggì. Sapendo che Comyn era sopravvissuto all'attacco e si stesse riprendendo, due dei sostenitori di Bruce, Roger de Kirkpatrick e John Lindsay, sono andati nuovamente dentro la chiesa per finirlo. Bruce venne scomunicato per questo crimine, insieme ai Baroni che lo avevano sostenuto, successivamente nel 1328 Papa Giovanni XXII lo assolse.


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Robert Bruce venne quindi incoronato Re di Scozia con il nome di Roberto I, a Scone vicino Perth, il 25 marzo 1306.
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Nonostante fosse diventato Re, Bruce ancora non aveva un regno ed i suoi sforzi per ottenerlo si dimostrano vani fino dopo alla morte del re Edoardo I.

Nel giugno del 1306 fu sconfitto alla Battaglia di Methven e ad agosto in quella di Strathfillan, dove si era rifugiato. Le signore della sua famiglia furono mandate a Kildrummy nel mese di gennaio del 1307. Bruce, quasi senza seguito, fuggì nell'isola di Rathlin fuori dal litorale nordico dell'Irlanda.

Re Edoardo marciò ancora a nord in primavera. Lungo la strada assegnò le proprietà scozzesi appartenenti ai Bruce ai propri seguaci e pubblicò un manifesto di scomunica contro Bruce. La madre di Bruce, Elizabeth e sua figlia Marjorie e sua sorella Mary, furono catturate in un santuario a Tain, mentre suo fratello Niall venne giustiziato. Ma il 7 luglio del 1307, re Edoardo morì, ed ad opporsi a Bruce rimase il suo debole figlio, Edoardo II.


Bruce dovette fuggire, messo al bando come traditore e ricercato dagli inglesi non poteva opporsi ai suoi nemici. Aveva bisogno di tempo per radunare attorno a sè nuovi sostenitori.




CITAZIONE
a destra, la celebre statua dedica a Robert The Bruce, situata proprio a Bannockburn.
In questa località, gli scozzesi batterono gli inglesi ottenendo sul campo l'Indipendenza a lungo agognata. Con questa vittoria, Robert The Bruce conclude vittoriosamente la Prima Guerra d'Indipendenza.


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Ma nel febbraio 1308, Robert The Bruce ritornò in Scozia questa volta la strada verso la gloria era davanti a lui. Sostenuto da un buon contingente militare e trovando appoggio da alcuni Lord, cominciò una vittoriosa campagna militare riuscendo a conquistare tutti i castelli inglesi in territorio scozzese e razziando le terre di confine.

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CITAZIONE
Nella figura a destra, l'immagine rappresenta Robert The Bruce che indirizza le sue truppe.

Per diversi anni, Robert The Bruce condusse una vittoriosa campagna militare. Con una serie di vittorie prestigiose riuscì in un primo momento a conquistare tutto il nord della Scozia che divenne sotto il suo controllo. Successivamente si mosse verso l'isola di Man, che aveva una grande importanza strategica, riuscendo a conquistarla e poi insediandosi nelle terre di confine.
Per tutti gli otto anni di si rifiutò incessantemente di incontrare gli inglesi, rifiutando qualsiasi tipo di negoziato o di dialogo. Questo colloca Robert The Bruce come uno dei più grandi guerriglieri mai esistiti. Bruce ha assicurato militarmente l'indipendenza scozzese dall'Inghilterra con la storica Battaglia di Bannockburn nel 1314.





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L'ultimo atto di questa lunga lotta di potere, avviene a Bannockbrun nel giugno del 1314. Robert The Bruce che un tempo ha sostenuto Edoardo I d'Inghilterra, ora si schiera con determinazione contro suo figlio Edoardo II. Finito il tempo dei "tatticismi politici" in cui Robert giurava fedeltà al re inglese per salvaguardare il proprio potere, ora diventa il condottiero che incarna il simbolo della libertà scozzese. Robert The Bruce raccoglie l'eredità di William Wallace per proseguire l'opera incompiuta del suo predecessore.

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Le forze di Bruce ammontavano a 9.000 uomini che si opposero eroicamente a ben 25.000 unità dell'esercito inglese, quest'ultimo munito di cavalleria pesante e diversi reparti di arcieri.




Come abitudine, gli Inglesi affrontavano le battaglie importanti presentandosi sul campo con un esercito imponente e puntando subito sulla superiorità numerica. Tuttavia, come a Stirling Brigde, dove gli inglesi furono schiacciati dai ribelli scozzesi guidati da William Wallace che erano inferiori per numero e per qualità dei reparti, anche a Bannockburn l'esercito di Sua Maestà avrebbe conseguito una pesante sconfitta.
Errori strategici ma soprattutto le diverse motivazioni: gli scozzesi col cuore ardente di coraggio si giocavano tutto per ottenere la propria libertà, contrariamente agli Inglesi che combattevano "una delle tante battaglie".


Edoardo quando si trovò di fronte l'esercito scozzese diviso in quattro formazioni di picchieri (schiltrons) decise di effettuare una manovra aggirante sulla sinistra. Il governatore di Stirling gli aveva consigliato di non accettare lo scontro in quella zona paludosa, che favoriva la fanteria scozzese contro la cavalleria inglese, ma il re ritenne disonorevole ritirarsi davanti al nemico e decise di dare battaglia.


Diede alla cavalleria il compito principale e relegando arcieri e fanti a un ruolo estremamente secondario. Questo si rivelerà un errore molto importante perché le compatte formazioni scozzesi erano impenetrabili agli assalti della cavalleria, ma molto vulnerabili al tiro degli arcieri. Intanto una parte della cavalleria inglese (800 uomini) attaccò il centro scozzese ma questo attacco, per la rivalità tra i comandanti e per il mancato appoggio della fanteria fu respinto con gravi perdite e uno dei comandanti, il conte di Hereford rimase ucciso per mano dello stesso Bruce.
Intanto un altro reparto di cavalleria inglese stava effettuando l'aggiramento, e provava a raggiungere Stirling, Bruce per prevenire questa mossa aveva schierato una divisione di circa 1.500 fanti guidata dal conte di Moray, i cavalieri inglesi caricarono furiosamente i picchieri ma anche stavolta non riuscirono a romperne la formazione. Alla sera il morale degli inglesi era a terra, e Edoardo decise di attraversare il fiume Bannockburn per piantare l'accampamento. Fu una pessima scelta perché attraversare il letto paludoso del fiume si rivelò molto difficile e faticoso e servirono addirittura delle tavole su cui far camminare i cavalli. Ma Bruce era molto meno fiducioso di quanto si potesse immaginare, infatti era propenso a ritirarsi soddisfatto del successo ottenuto a non rischiare tutti i vantaggi ottenuti in un altro scontro il giorno successivo, ma quando seppe dello scoraggiamento nel campo inglese decise di accettare battaglia anche il giorno dopo. Gli inglesi provarono ancora a caricare i picchieri scozzesi, ma nel terreno paludoso e su un fronte troppo ristretto i cavalli non potevano accelerare e gli scozzesi ancora una volta non ebbero alcuna difficoltà a respingere l'attacco.

CITAZIONE
nell'immagine a destra, schema tattico della Battaglia di Bannockburn durante il 1° giorno di guerra. Il Re inglese Edoardo II, tenta uno sciagurato accerchiamento per disunire la formazione scozzese causando invece l'annientamento della propria cavalleria. Gli schiltron scozzesi subiscono delle perdite ma nel complesso si rivelano efficaci e impenetrabili contro l'onda d'urto della cavalleria.

Gli Inglesi lasciarono un contigente solitario su un'altura nei pressi del Castello di Stirling (vedasi la mappa in zona nord) comandati dal capitano Mowbray. Lo scopo era di portare a compimento quella tattica di accerchiamento attaccando gli Scozzesi sul fianco sinistro con un'azione coordinata tra cavalleria e fanteria. Tattica che venne vanificata in quanto una parte dell'esercito scozzese si separò dal gruppo per assediare quell'altura, neutralizzando quel reparto nemico.

Nello schieramento si vedono come i reparti di cavalleria inglesi (i rettangoli mezzi rossi e bianchi) tentano invano di scardinare gli schiltron ben serrati. La cavalleria si infrange in maniera disastrosa contro quelle schiere di fanti armati di lancie lunghe mentre gli arcieri inglesi rimangono inspiegabilmente ancora fuori dalla battaglia appostati sulla collina nelle retrovie.




Edoardo II decise finalmente di far intervenire gli arcieri in supporto alla cavalleria, e questi riuscirono a infliggere gravi perdite alle compatte formazioni scozzesi, ma erano stati schierati in posizione troppo scoperta e Bruce ordinò alla sua cavalleria leggera di caricarli. Gli arcieri, privi di armi con cui difendersi furono spazzati via. A questo punto Edoardo capì che la battaglia era perduta e fuggì, tra gli inglesi fu il panico più totale e, essendo bloccati davanti dagli scozzesi e dietro dagli acquitrini molti di loro vennero massacrati. Gli inglesi persero in tutto circa 700 cavalieri e varie migliaia di fanti. La leggenda vuole che gli scozzesi abbiano perso un solo uomo; in realtà, le perdite nell'armata di Bruce sono ignote, per quanto probabilmente leggere.


CITAZIONE
A destra, schema tattico della Battaglia di Bannockburn durante il 2° giorno di guerra. Una volta annientata la possente cavalleria nemica, Robert The Bruce passa all'attacco frontale orchestrato con grande coordinamento tra i reparti. Lanciano la carica contro un nemico numericamente superiore ma tatticamente male disposto.

I blocchi di schiltron si allineano per l'assalto frontale, avendo davanti solo la fanteria inerme ormai totalmente priva di cavalleria. Gli schiltron con le loro lance hanno un indubbio vantaggio negli scontri corpo a corpo. Contemporaneamente un reparto di cavalleria scozzese guidata dal capitano Keith, si sgancia dalle retrovie per unirsi all'assalto e neutralizza gli arcieri nemici rimasti in posizione troppo defilata e senza protezione.

Gli arcieri inglesi vengono schierati in battaglia con grave ritardo, questo rimane un errore tattico decisivo. I primi lanci di frecce inizialmente riescono a colpire duramente gli schiltron ma senza copertura vengono sbaragliati facilmente.

Il disastro per l'esercito inglese diviene pressochè totale, gli schiltron schiacciano la fanteria inglese ormai in preda al panico. Si registrano altissime perdite tra le fila inglesi, il re Edoardo II assiste alla disfatta ma riesce a fuggire dal campo di battaglia.


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Con Bannockburn, Robert Bruce ottenne il suo riconoscimento come re di Scozia di fronte anche al resto del mondo. La guerra proseguì per altri nove anni finché Edoardo II fu costretto a riconoscere l'indipendenza scozzese.

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CITAZIONE
A destra, la celebre Statua che raffigura Robert The Bruce.
Una statua solenne che per gli scozzesi ha un grande valore patriottico, Robert raccolse l'eredità di William Wallace e ottenne l'Indipendenza della Scozia liberandola dalla tirannia inglese.

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La targa commemorativa recita:


ROBERT THE BRUCE
RE DEGLI SCOTI

1306-1329


Tuttavia forse più importanti furono le conseguenze sull'evoluzione delle tattiche militari. A Bannockburn si capì che la cavalleria non poteva spezzare le formazioni compatte di fanteria, una lezione che gli inglesi appresero e sfruttarono con successo durante la guerra dei cent’anni.

Per tre secoli i campi di battaglia europei furono dominati da formazioni molto simili agli schiltron scozzesi: i quadrati di picchieri degli svizzeri e dei lanzichenecchi.


Edited by brave-heart77 - 24/11/2009, 20:12
 
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